Du 17 novembre au 9 decembre 2022.
De lundi à vendredi, de 16h à 18h.
Entrée libre.
L’Association culturelle Peter Martinc et la Communauté des Italiens Santorio Santorio de Koper ont le plaisir de vous inviter au vernissage de l’exposition des photos de Ana Kučan L’espace infini jeudi 17 novembre 2022 à 18h00 au Palais Gravisi, rue OF 10, Koper.
Le vernissage sera l’occasion de dégustation du Beaujolais nouveau et des vins nouveaux.
L’Associazione culturale Peter Martinc e la Comunità degli Italiani Santorio Santorio Capodistria hanno il piacere di invitarLa alla vernice della mostra di fotografie dei giardini di Versailles L’espace infini di Ana Kučan giovedì 17 novembre 2022, alle ore 18, presso la sede della Comunità degli Italiani, palazzo Gravisi, via Fronte di Liberazione 10, Capodistria.
Seguirà la degustazione del Beaujolais nouveau e del vino novello.
Ana Kučan L’espace infini 6/10 fotografie dei Giardini di Versailles
Capodistria. Palazzo Gravisi, l7 novembre—8 dicembre 2022
Era un giorno d’inverno, forse al mattino, quando la nebbia ancora si stringeva al suolo e si arrampicava sulle chiome degli alberi spogli. Ci sono colonnati, balaustre, fontane secche, bossi e cipressi potati con cura. Ogni cosa è come deve essere, curata come si conviene in un parco; ogni filo d’erba è al suo posto. Dopotutto è il parco di tutti i parchi, è il parco della Reggia di Versailles. I giardini sono il capolavoro di André Le Nôtre, il giardiniere paesaggista del re Luigi XIV di Francia che tanti altri hanno emulato, e che ancora oggi attirano folle di persone per ammirare l’armonia delle forme della natura addomesticata. L’eterotopia di Foucauit agisce qui in tutta la sua espressività. I parchi, almeno dal Barocco in poi, sono diventati sistemi botanici e architettonici destinati al riposo, al divertimento, alla riflessione e all’educazione, sempre più complessi benché ordinati. I paesaggisti dei parchi barocchi, da un lato cercavano di imitare la natura ovvero la rappresentazione sociale di essa e dall’altro lato inseguivano il controllo completo e consapevole, il design abile e raffinato, la natura artificiale, l’ambiente ideale capace di offrire atto spirito e al corpo umano di più di quanto può dare la natura indomita.
Il giardino ovvero il parco, che in lingua francese medievale significava luogo recintato per la selvaggina, rappresenta così il palcoscenico di commedie, tragedie e altri drammi della vita immaginaria e reale, indipendentemente dall’ora del giorno e dell’anno (Vasja Nagy-Hofbauer).
I Giardini di Versailles, così profondamente coinvolti nell’unicità del loro momento storico reso possibile da una serie di contingenze uniche, risalgono ad un tempo che è fuori dal tempo. Le meravigliose fotografie di Ana Kučan, scattare con l’occhio acuto dell’architetta paesaggista, cì mostrano tutta la straordinarietà e la magia di questo posto… E forse più di ogni altra cosa, nello spazio pianificato con precisione geometrica, in questa apparente vittoria della progettazione razionale sul disordine della natura, queste fotografie evocano e delineano tutto il loro enìgma, l’interrogativo che non sta al di là ma dentro il concetto geometrico, esattamente al punto d’incontro tra natura e cultura, Con la conoscenza e la pianificazione inseguiamo l’ignoto e l’inatteso. (dr. Mladen Dolar).
La prof. ssa, dr. Ana Kučan è architetto paesaggista, professoressa presso il Dipartimento di Architettura del Paesaggio della Facoltà di Biotechnica dell’Università di Lubiana e dirigente dello Studio AKKA. Ha esposto in patria e all’estero e per i suo lavoro ha ricevuto numerosi premi (Premino Piranesi, Premio Plečnik, Medaglia Plečnik e Matita di platino). Nel 2006 è stata finalista del Premio Europeo Rosa Barba a Barcellona. E pubblicista e curatrice, autrice del libro Krajina kot nacionalni simbol (Paesaggio come simbolo nazionale) e co-curatrice del libro Vrt in prispodoba (Giardino e metafora). Insegna in diverse università europee.